Di Michela Goretti
Il libro si basa sul rapporto che la protagonista instaura con il sé bambina, rimasta nel silenzio troppo a lungo, con la ferita aperta di abusi fisici e psicologici subiti e mai affrontati, la piccola Michela accompagnerà la protagonista in una strada tortuosa, quanto necessaria, verso la rinascita, la ritrovata fiducia in sé stessa e la consapevolezza che “ solo i ricordo accettato è un ricordo di cui ci potremo infine liberare… per lasciarsi il passato alle spalle è fondamentale affrontarlo”.
Insieme a Michela bambina ripercorriamo tramite flashback i momenti bui vissuti e la disgregazione dell’io che ti rinchiude in un mondo fantastico, che ti strappa radicalmente dal reale, dal dolore, come se ciò che stesse succedendo non vedesse il proprio corpo come protagonista, una cosa che spesso mi sono sentita dire per lavoro da chi ha subito abusi è “non mi riconosco nelle immagini che tornano alla mente, non sono io”, non è fantasia come molti pensano, è l’estrema fatica della mente, perché siamo esseri umani e come tali tenderemo sempre all’autoconservazione.
L’autrice affronta un argomento arduo, come può essere quello della violenza, degli abusi … lo fa con una sensibilità disarmante, che scava l’anima e ricerca pensieri, riflessioni, attraverso un linguaggio semplice e con una serie di sue fotografie che ti smuovono semplicemente dentro, da appassionata di fotografia quanto di libri, in queste pagine c’è un’anima che vive,non solo tra le righe ma anche catturata in scatti che parlano in silenzio come lo fa il dolore, come spesso cercano di farlo le vittime. Ma il silenzio va superato e affrontato insieme alle paure, alla vergogna e ai sensi di colpa che queste esperienze lasciano.
Ovidio scriveva:” chi ha naufragato trema anche di fronte a acque tranquille”, non si possono lasciare ferite aperte, non si può mettere a tacere il cuore perché si rischia solo che il passato si ripeta.
Questo libro dà un bellissimo messaggio di rinascita e di speranza, insieme a una ventata di coraggio per chi ci è passato ma ancora non ha trovato le parole per riuscire a stringere una mano e farsi aiutare a trovare la quiete, perché sì, certe cose da soli non si possono risolvere.
Ringrazio Michela per avermi fatto “perdere” nelle sue pagine, nelle sue parole e nelle sue fotografie, la ringrazio per il coraggio, per la sensibilità e per l’esempio di forza che ha dato.
Metto questo libro nella mia libreria e so che sicuramente tornerò a sfogliarlo.
Sono rimasto impressionato. Credo proprio che lo leggerò. Grazie mille per la segnalazione e ottimo lavoro con la recensione!
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Grazie!!!
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